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  • Immagine del redattoreLara

Romina 36 anni

Voglio raccontarvi la mia storia…

Non è facile per me parlare di me stessa, sicuramente della persona che ero anni fa.


Sono nata e cresciuta  in una famiglia cattolica non praticante, una famiglia grande e molto unita e non mi mancava nulla. Ero una bambina felice e ho avuto un infanzia tranquilla, un infanzia che ricordo con gioia e serenità.


All’età di 12 anni, ho portato 6 settimane di gesso alla gamba destra per una caduta con i pattini, ritrovandomi con del peso in più…

e questo non mi piaceva affatto!

Ero appena entrata nel mondo dell’adolescenza e non volevo essere “in carne” come mi dicevano alcuni parenti…cosi ho iniziato a seguire una dieta. Ho scoperto il mondo delle calorie e come hanno un impatto sul mio peso, a contarle e a ridurle. Inizialmente tutto regolare, sceglievo cibi sani e vedevo calare il numero sulla bilancia, poi pero’ il peso che non cambiava per settimane così diminuivo ancora di più le calorie al giorno…

Anni dopo mi sono ritrovata a mangiare solo un pasto al giorno che non superava le 600 calorie e per un po’ di tempo quel metodo funzionava, ma più peso perdevo e più ne volevo perdere. Più mi guardavo allo specchio e più non mi piaceva quello che vedevo, non solo il mio corpo, ma anche il mio viso.


“Non vali niente” , “Hai un viso strano”, “Hai un corpo strano”, “Ma ti sembra che tu possa mangiare come gli altri? ma non vedi che sei diversa, tu non puoi mangiare!”.


All’eta di 17 anni mangiavo massimo 350 calorie al giorno che, per chi non lo sa, sono solo un quinto delle calorie necessarie per una vita sana.

Non dormivo più bene da anni ormai, non riuscivo più ad essere felice.

Le mie giornate erano fatte di bugie per non dover mangiare insieme agli altri, contare le calorie, fare sport, pesarmi più volte al giorno e guardarmi allo specchio con odio.

Avevo sempre freddo e dolori alle ossa e allo stomaco.

Ho iniziato ad avere attacchi di panico e ansia, ma nascondevo tutto questo a tutti con vestiti troppo larghi e sorrisi finti, per loro io stavo bene. Solo i miei genitori e i miei fratelli avevano iniziato a preoccuparsi per la mia salute.


Qualche settimana prima del mio diciottesimo compleanno iniziai a svenire e i miei genitori, vedendomi cosi, decisero di rivolgersi al medico di famiglia.

Mi obbligarono ad andare, ma ahimè ero furba e indossai dei pesi sotto gli indumenti per non allarmare il medico. Sapevo benissimo che il mio peso non era nella norma su carta, ma se mi guardavo allo specchio vedevo che per me quei numeri erano sempre troppo alti.

La dottoressa mi fece pesare, ma pur avendo indossato del peso in più di nascosto, per lei quel numero sulla bilancia era preoccupante e mi disse “se fra un mese non hai ripreso almeno 3kg saremo costretti ad ammetterti in ospedale per dei cicli di alimentazione forzata.”


Ero arrabbiata e impaurita, volevo urlare “non capisce che devo perdere altro peso!???”

ma sarebbe stato inutile.

Cosi i miei genitori si presero l’impegno di osservarmi da vicino, ad ogni pasto i loro occhi non mi mollavano e mi chiedevano mille volte al giorno “Hai mangiato, come stai? ti preparo qualcosa?” guardando indietro so che era il loro grande amore per me a preoccuparsi per il mio bene, ma in quel momento mi sentivo come in una prigione.


Purtroppo l’ anoressia, perché quella era, è una malattia non solo crudele ma anche furba.


“Se vogliono per forza vedermi mangiare non c’è problema, esistono altri metodi per sbarazzarmi del cibo” pensai, e cosi scambiai l'anoressia per la bulimia.

Esteriormente per gli altri cambiai e ripresi a mangiare, anche il mio peso cambio’ un po’ in meglio (e non ne ero felice) interiormente pero’ urlavo e stavo male, avevo scambiato una prigione per un altra.

Per chi non ci è passata personalmente sembra semplice, smetti di farlo no?  Ma non è cosi.

Gli attacchi di panico, l’ansia, l’insonnia e la depressione aumentarono.

Il medico mi prescrisse dei farmaci per aiutarmi a dormire, ma dopo un po’ di tempo anche quelli smisero di funzionare. Il mio corpo inizio’ a dare dei sintomi preoccupanti che nascondevo a tutti ma che mi facevano paura.


Cosi arrivai all’età di 20 anni, depressa, schiava della bulimia e senza forze per combattere. Odiavo me stessa e odiavo la mia vita.


Decisi di farla finita, scelsi la data, il metodo e le parole da lasciare scritte per i miei cari e piansi…


”La morte non potrà mai essere peggio di questo inferno!” pensai…


Con i piani fatti, senza dire nulla a nessuno, decisi di dare un ultima opportunità a Dio.

“Dio…se ci sei, allora sappi che fra una settimana basta, io la faccio finita, quindi se ti interessa anche minimamente di me, fai qualcosa!” era il mio ultimo grido disperato e non credevo proprio di essere anche minimamente ascoltata.


Il giorno dopo mi arrivo’ una email da parte di una persona che da 5 anni mi parlava di Dio ma che io continuamente deridevo e insultavo. “Voglio parlarti del mio migliore amico Gesù “ mi scrisse, e mi invito’ ad andare ad una riunione di soli giovani come lei.  

Inizialmente rifiutai, ma dentro di me sentivo “Hai detto che volevi vedere cosa posso fare…beh, allora accetta l’invito e mettimi alla prova!”.

Cosi, pensando “vabbè, almeno posso dire di averle provate tutte” andai al loro incontro.


Inizialmente non mi convinceva per niente,

“Ma questi sono fuori di testa!” pensai mentre li osservavo e vedevo come si abbracciavano, sorridevano e cantavano con gioia.

“Sono pazzi!”

A fine riunione, prima di uscire, uno di loro mi fermo’ e mi regalo’ un nuovo testamento…

“Leggilo” mi disse, ed io lo accettai pensando “certo come no, appena posso lo butto”,

arrivai a casa e, come sempre, non riuscivo a dormire.

Iniziai ad avere un altro attacco di panico e cercavo qualcosa per distrarmi, cosi vidi sul mio comodino questo nuovo testamento… e iniziai a leggerlo…

più leggevo più la mia ansia si calmava. Una pace che non avevo mai sentito prima inizio’ a circondarmi e più leggevo la storia di Gesù più mi interessava conoscerlo.


“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.”

Matteo 11:28


Arrivo’ la data prestabilita per la mia “fine” ma decisi di rimandare…

volevo prima approfondire questa storia che parla di Gesù. iniziai ad andare in chiesa la domenica, curiosa di sentire le spiegazioni su Gesù.

Un giorno, dopo qualche mese, partecipai ad un raduno dove fecero un appello per chi voleva accettare l’aiuto di Gesù e andai avanti.

Ero stanca, ancora schiava della bulimia, l’ansia e la depressione ma volevo fare un passo verso Dio, cosi piansi li davanti e dissi


“Ok Dio, io voglio vivere per te…ma non posso farlo cosi. voglio stare bene, ti prego guariscimi”.


Quello che provai in quel momento era troppo bello e troppo forte da descrivere in parole, ma voglio provarci.

Una pace ed una gioia che non avevo mai provato prima mi ha inondata, e ho sentito un grande peso dentro di me alzarsi e lasciarmi.

Ero libera, nel vero senso della parola, la bulimia, l’ansia, le paure, la tristezza…tutto era sparito. Piansi lacrime di gioia e non riuscivo a ringraziare Dio abbastanza per quello che aveva fatto per me.

Subito dopo il raduno, insieme a tutti i giovani, andammo a mangiare al McDonalds e per la prima volta in quasi 9 anni riuscii a mangiare un pasto intero, molto calorico, senza avere alcun senso di colpa, restai a tavola serena e piena di pace e senza il bisogno di dover correre in bagno. Può sembrare poco per una persona normale, ma per me quella libertà valeva più dell’oro.

Da li a poco conobbi mio marito, anche lui aveva deciso di vivere per Gesù.

Adesso siamo sposati da 12 anni, abbiamo tre bambini  bellissimi (sono la mamma, posso dirlo haha) e viviamo la nostra vita per Dio.


Adesso amo la mia vita, amo me stessa, la mia anima è guarita e sono consapevole che senza Gesù io probabilmente non sarei qui.

Vivere insieme a Gesù non vuol dire non avere mai problemi, i problemi ci sono stati e ci saranno sempre, ma li affronto insieme a Lui e anche in mezzo alle difficoltà Lui mi consola, mi da pace, mi da forza e mi insegna a “camminare sulle acque” anche nella tempesta.

Non so’ cosa stai passando nella tua vita, forse stai soffrendo come soffrivo io… ma qualsiasi problema hai, qualsiasi tempesta stai affrontando, non basarti solo su delle teorie lette da qualche parte o delle opinioni di altre persone, metti alla prova Dio, con parole tue cercalo e chiedigli di aiutarti, chiedigli di farsi conoscere. Non costa nulla e chissà … ti cambierà la vita in meglio, proprio come ha fatto per me.

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